Riflessione teologica e storica
a cura di Don Alberto Vitale - Vicepostulatore
La Genesi, il primo dei libri sacri dell’Antico Testamento, tratta
delle origini del mondo e
del genere umano; da essa apprendiamo che Dio in sei giorni ha
organizzato il creato : la terra, le acque, gli alberi, le stelle, i
pesci e gli uccelli e vide che ciò era buono (“ vidit
deus quod esset bonum” Gen 1,10 – 12,18 – 21,25).
Infine Dio disse.” Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: domini sopra i pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sugli animali
domestici, su tutte le fiere della terra e sopra tutti i rettili che strisciano sopra la sua superficie”. ( Gen. 1.26)
Se dunque il mondo è stato creato buono come è intervenuto il demonio in
esso?
L’Apocalisse di San Giovanni Apostolo, l’ultimo libro del Nuovo Testamento, dà la risposta:“
Allora avvenne una guerra nel cielo. Michele ed i suoi Angeli
combattevano contro il dragone. Il dragone ed i suoi angeli ingaggiarono
battaglia, ma non poterono prevalere e nel cielo non vi fu
più posto per loro. E il gran dragone fu precipitato, l’antico serpente
che si chiamava diavolo e Satana, il seduttore del mondo intero; fu
precipitato sulla terra, ed i suoi angeli
furono precipitati con lui. E udii una grande voce nel cielo, che
diceva: “ Ecco venuta finalmente la salvezza, la potenza, il regno del
nostro Dio e la sovranità del suo Cristo; perché è stato
precipitato l’accusatore dei nostri fratelli, colui che giorno e notte
li accusava davanti al nostro Dio. Or, essi l’hanno vinto in virtù del
sangue dell’Agnello e con la parola della loro
testimonianza, ed hanno disprezzato la loro vita fino al punto di
accettare la morte. Per questo rallegratevi, o cieli, e voi che in essi
abitate. Ma guai alla terra ed al mare, perché il diavolo è
sceso a voi con ira grande, sapendo di aver poco tempo.” ( Ap. 12,7-12)
San Tommaso D’Aquino ed i Padri della Chiesa affermano che, agli inizi
dei tempi,
Dio provò la fedeltà degli angeli, che aveva creato buoni, chiedendo
loro un atto di umiltà : l’adorazione della Seconda Persona della
Santissima Trinità ,il Figlio fatto uomo per
salvare il mondo.
Lucifero, superiore agli uomini per sua natura, si inorgoglì a tal punto da rifiutare obbedienza : “Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono,dimorerò sul monte dell’assemblea, nelle parti più remote del settentrione.Salirò sulle regioni superiori delle nubi, mi farò uguale all’Altissimo( Is. 14.13-14)”.
Lucifero, superiore agli uomini per sua natura, si inorgoglì a tal punto da rifiutare obbedienza : “Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono,dimorerò sul monte dell’assemblea, nelle parti più remote del settentrione.Salirò sulle regioni superiori delle nubi, mi farò uguale all’Altissimo( Is. 14.13-14)”.
In seguito alla battaglia tra gli angeli fedeli e gli angeli ribelli, appartenenti
alle diverse gerarchie, Lucifero ed i suoi seguaci furono scacciati dal cielo: “ Dio infatti non perdonò gli angeli che peccarono, ma dopo averli precipitati
nell’inferno, li confinò negli abissi tenebrosi, dove li riserva per il giudizio.” (2 Pt 2,4)
Il peccato e la morte entrano nel mondo con la disubbidienza degli angeli ribelli, anzi il demonio
diviene principe del mondo “ totus mundus positus est in maligno ….princeps huius mundi….”( I Giov 5,19).
Gesù, divenuto uomo per salvare il mondo dal peccato, si sottopone tre
volte nel deserto alla
tentazione di Satana per insegnarci come difendere la nostra anima.
Numerosi , poi, sono gli episodi di lotta di Gesù contro i demòni
riportati dai vangeli:
- Gesù guarisce un indemoniato nella sinagoga (Mc 1,21-28) (Lc 4,31-37)
- L'indemoniato geraseno (Mc 5,1-20) (Mt 8,28-34) (Lc 8,26-39)
- Gesù esorcizza la figlia di una donna siro-fenicia (Mc 7,24-30) (Mt 15,21-28)
- Gesù guarisce un epilettico indemoniato (Mc 9,14-29) (Mt 17,14-21) (Lc 9,37-43)
- Gesù guarisce un muto indemoniato (Mt 9,32-34)
- Gesù libera un indemoniato cieco e muto (Mt 12,22-32) (Lc Il,14-22)
- Gesù guarisce una donna curva indemoniata (Lc 13,10-17)
- Notizie sommarie di esorcismi compiuti da Gesù
durante la sua predicazione (Mc 1,32-34; 1,39; 3,11) ; (Mt 4,24; 8,16) (Lc 4,41; 6,18)
1. Gesù insegna a Cafarnao e
guarisce un indemoniato
21
Andarono a Cafarnao e, entrato proprio di sabato nella sinagoga, Gesù
si mise ad
insegnare. 22 Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava
loro come uno che ha autorità e non come gli scribi. 23 Allora un uomo
che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo,
si mise a gridare: 24 "Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a
rovinarci! lo so chi tu sei: il santo di Dio". 25 E Gesù lo sgridò:
"Taci! Esci da quell'uomo". 26 E lo spirito
immondo,straziandolo e gridando forte, uscì da lui. 27 Tutti furono
presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: "Che è mai questo?
Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda per-sino
agli spiriti immondi e gli obbediscono! ". 28 La sua fama si diffuse
subito dovunque nei dintorni della Galilea. (Marco 1,21ss)
2. Gesù libera l'indemoniato geraseno
Poi arrivarono sull'altra riva del lago di Galilea,
nella regione dei Geraseni. Gesù era appena sceso dalla barca, quando
improvvisamente un uomo uscì da un cimitero e gli venne incontro. Costui
era tormentato da uno spirito maligno e stava sempre in
mezzo alle tombe dei morti. Nessuno riusciva più a tenerlo legato,
neppure con una catena: di fatto,avevano provato diverse volte a
mettergli dei ferri ai piedi e delle catene alle mani, ma egli
aveva sempre spezzato i ferri e rotto le catene. Nessuno era capace di
domarlo. Se ne andava di qua e di là, in mezzo alle tombe e sui monti,
di giorno e di notte, urlando e picchiandosi con le
pietre.
Quando vide Gesù da lontano, si avvicinò di corsa e si buttò
in ginocchio davanti a lui. Allora Gesù cominciò a dire allo spirito
maligno di uscire da quell'uomo; ma quello si mise a gridare forte: "Che
vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio Onnipotente? Ti
scongiuro, per Dio, non tormentarmi!" Allora Gesù domandò: "Come ti
chiami?" E quello rispose: "11 mio nome è moltitudine, perché siamo in
molti"; e continuava poi a chiedergli di non cacciarli fuori
da quella regione.
In quel luogo c'era un grosso branco di maiali che
pascolava vicino alla montagna. Allora gli spiriti maligni chiesero con
insistenza a Gesù: "Mandaci in quei maiali! Lascia che entriamo dentro
di loro!" Gesù lo permise. Gli spiriti maligni uscirono
da quell'uomo ed entrarono nei maiali. Allora tutti quegli animali,
erano circa duemila, si misero a correre giù per la discesa, si
precipitarono nel lago e affogarono. I guardiani dei maiali
fuggirono e andarono a raccontare il fatto in città e in campagna.
Perciò la gente venne a vedere che cosa era accaduto. Quando arrivarono
vicino a Gesù, videro anche l'uomo nel quale, prima, c'erano
molti spiriti maligni: ora egli se ne stava seduto, era vestito e
ragionava bene. Ed essi si spaventarono. Quelli che avevano visto il
fatto raccontarono ancora agli altri ciò che era successo
all'indemoniato e poi ai maiali. Infine la gente supplicò Gesù di
andarsene via dal loro territorio. Gesù salì sulla barca. L'uomo guarito
continuava a chiedergli di poter stare con lui, ma Gesù non
voleva. "Torna a casa tua - gli disse - dalla tua famiglia, e racconta
agli altri quanto ha fatto per te il Signore che ha avuto pietà di te".
L'uomo allora se ne andò via e cominciò ad annunziare in tutta la
regione delle Dieci Città quel che Gesù aveva fatto per lui; e tutti
quelli
che lo ascoltavano erano pieni di meraviglia.
(Marco 5,1-20)
(Marco 5,1-20)
3. Gesù guarisce un epilettico
indemoniato.
Intanto
arrivarono là dove si trovavano gli altri discepoli e li videro
circondati da molta gente mentre i maestri della legge stavano
discutendo con
loro. Quando la gente vide Gesù, piena di meraviglia corse incontro per
salutarlo. Gesù domandò ai discepoli: “ Di cosa state discutendo?” Un
uomo in mezzo alla gente disse:“Maestro, ti ho portato
mio figlio perché è tormentato da uno spirito maligno che non lo lascia
parlare. Quando lo prende, dovunque si trovi, lo gatta a terra, e allora
il ragazzo comincia a stringere i denti, gli viene la
schiuma alla bocca e rimane rigido. Ho chiesto ai tuoi discepoli di
scacciare questo spirito, ma non ci sono riusciti". Allora Gesù replicò:
"Gente senza fede! Fino a quando resterò ancora con voi?
Per quanto tempo dovrò sopportarvi? Portatemi il ragazzo!" Gliele
portarono, ma quando lo spirito vide Gesù, subito cominciò a scuotere il
ragazzo con violenza: il ragazzo cadde a terra e prese a
rotolarsi mentre gli veniva la schiuma alla bocca.
Gesù domandò al padre: "Da quanto tempo è così?"
"Fin da piccolo - rispose il padre- anzi, più di una volta lo spirito
l'ha buttato nel fuoco e nell'acqua per farlo morire. Ma se tu puoi fare
qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci! Gesù gli disse.
"Se puoi? Tutto è possibile per chi ha fede!" Subito il padre del
ragazzo si mise a gridare: "lo ho fede! Se non ho fede, aiutami!"
Vedendo che la folla aumentava, Gesù minacciò lo
spirito maligno dicendo: "Spirito che impedisci di parlare e di
ascoltare, esci da questo ragazzo e non tornarci più. Te lo ordino!"
Gridando e scuotendo con violenza il ragazzo lo spirito se ne uscì. Il ragazzo rimase come morto, tanto che molti di quelli che erano lì attorno dicevano:"E' morto!" Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare, ed egli rimase in piedi.
Poi Gesù entrò in una casa, e i suoi discepoli, soli con lui, gli chiesero:"Perché noi non siamo stati capaci di scacciare quello spirito?" Gesù rispose: "Questa razza di spiriti non si può scacciare in nessun altro modo se non con la preghiera". (Marco 9, 14-29)
Gridando e scuotendo con violenza il ragazzo lo spirito se ne uscì. Il ragazzo rimase come morto, tanto che molti di quelli che erano lì attorno dicevano:"E' morto!" Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare, ed egli rimase in piedi.
Poi Gesù entrò in una casa, e i suoi discepoli, soli con lui, gli chiesero:"Perché noi non siamo stati capaci di scacciare quello spirito?" Gesù rispose: "Questa razza di spiriti non si può scacciare in nessun altro modo se non con la preghiera". (Marco 9, 14-29)
4. Gesù libera una donna che non era posseduta ma a cui il demonio aveva causato una
infermità fisica
Una volta stava insegnando in una sinagoga il giorno di sabato. C'era
là
una donna che aveva da diciotto anni uno spirito che la teneva inferma;
era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo. Gesù la vide, la chiamò
a sé e le disse: "Donna, sei libera dalla tua
infermità", e le impose le mani. Subito quella si raddrizzò e
glorificava Dio.
Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato
quella guarigione di sabato, rivolgendosi alla folla disse: "Ci sono sei
giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi curare e
non in giorno di sabato". Il Signore
replicò:"Ipocriti, non scioglie forse, di sabato, ciascuno di voi il bue
o l'asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? E questa
figlia di Abramo, che satana ha tenuto legata diciott'anni,
non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato? ",
Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano,
mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da
lui compiute. (Luca 13,10-17)
5. Gesù compie guarigioni ed
esorcismi
32 Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano
tutti i malati e gli indemoniati. 33 Tutta la città era riunita davanti
alla porta. 34 Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e
scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare,
perché lo conoscevano.
35 AI mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di
casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava.
36 Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce 37 e, trovatolo, gli dissero: "Tutti ti cercanol ". 38 Egli disse loro: "Andiamocene altrove per i villaggi
vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto! ". 39 E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. (Marco 1,32ss)
36 Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce 37 e, trovatolo, gli dissero: "Tutti ti cercanol ". 38 Egli disse loro: "Andiamocene altrove per i villaggi
vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto! ". 39 E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. (Marco 1,32ss)
Infine Gesù dà agli apostoli il mandato di
scacciare i demòni.
Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono
da lui. Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a
predicare
e perché avessero il potere di scacciare i demòni.
Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro; poi Giacomo di Zebedeo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo,
Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì.
(Marco 3,13-19)
Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro; poi Giacomo di Zebedeo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè figli del tuono; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo,
Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì.
(Marco 3,13-19)
Negare l’esistenza del demonio sulla terra significa, dunque, negare Cristo e
la sua opera salvifica. Il demonio , con la sua attività ordinaria e straordinaria, insidia l’uomo per indurlo al peccato ed allontanarlo da Dio.
L’attività ordinaria è indirizzata a tentare l’umanità attraverso il risveglio delle tre concupiscenze: orgoglio-superbia, lussuria ed avidità, e le tentazioni possono essere rivolte al singolo individuo, alle famiglie, alla società tutta.
la sua opera salvifica. Il demonio , con la sua attività ordinaria e straordinaria, insidia l’uomo per indurlo al peccato ed allontanarlo da Dio.
L’attività ordinaria è indirizzata a tentare l’umanità attraverso il risveglio delle tre concupiscenze: orgoglio-superbia, lussuria ed avidità, e le tentazioni possono essere rivolte al singolo individuo, alle famiglie, alla società tutta.
L’uomo
sperimenta la tentazione in tutte le fasi della sua crescita spirituale
ed ha come unica difesa la forza della preghiera costante e dei
sacramenti.
A volte però la
semplice tentazione, in particolare con le anime vigili e
spiritualmente attrezzate, non è sufficiente; allora il demonio
utilizza, per permissione divina, armi straordinarie e molto
più pericolose.
Secondo i migliori
teologi contemporanei l’attività straordinaria del demonio si sostanzia, in intensità crescente, come:
- Soggezione diabolica: chi fa un patto esplicito o implicito con il demonio;
- Disturbi che interessano il corpo: battiture, pugni, flagellazioni;
- Infestazioni diaboliche: il demonio colpisce i luoghi, gli oggetti, i beni;
- Vessazioni diaboliche: vengono colpite le persone o le famiglie nella salute e/o negli affetti;
- Ossessione diabolica: il demonio tormenta l’uomo dall’esterno in modo così forte e certo da non lasciare dubbi sulla sua presenza; l’attacco è indirizzato all’anima per sollecitarla al male.
L’ossessione si dice interna quando si rivolge in
particolare all’immaginazione creando turbamenti profondi; essa può
prendere la forma di un’idea fissa
oppure di immagini e rappresentazioni vive, o di disgusto per i doveri
del proprio stato o ancora di desiderio sfrenato per ciò che è proibito.
La volontà è libera ma continuamente sottoposta a
tensione.
L’ossessione è
esterna quando coinvolge tutti o alcuni sensi. Le vite dei
Santi sono ricche di episodi illuminanti: il Santo Curato D’ars, Santa
Gemma Galgani, Sant’ Ilarione, Sant’Antonio Abate, Santa
Caterina da Siena, Sant’Alfonso Rodriguez, Santa Margherita da Cortona,
Santa Caterina da Siena, Santa Teresa, San Francesco Saverio e tanti
altri hanno subito questo attacco
diabolico.
- PossessioneDiabolica : il demonio prende possesso del corpo, con l’intento
di
trascinare l’anima al peccato, ma l’anima rimane sempre padrona di sé poiché solo Dio, suo creatore, può stabilire in essa la sua dimora.
Nella possessione si distinguono due momenti: lo stato di crisi e lo stato di calma. La crisi si manifesta con esplosione violenta
del male che si rivela con:
a) atti, parole, convulsioni,scatti di ira e di empietà, oscenità e bestemmie innominabili; b) linguaggio forbito, non consueto, ed esposizione di eventi sconosciuti e/o remoti; c) forza straordinaria.
a) atti, parole, convulsioni,scatti di ira e di empietà, oscenità e bestemmie innominabili; b) linguaggio forbito, non consueto, ed esposizione di eventi sconosciuti e/o remoti; c) forza straordinaria.
Quando qualcuno di questi fenomeni si presenta associato all’istintivo orrore per tutto ciò che è sacro si è indotti a
pensare, con consapevole prudenza, ad un’azione di possessione diabolica.
La vita di molti
Santi presenta esempi di questo tipo. Nel Beato Don Calabria e nella Beata Suor Maria di Gesù Crocifisso, senza colpa o maleficio, ci
sono stati periodi di vera e propria possessione diabolica, in cui i
beati hanno fatto e detto cose contrarie alla loro
santità.
Dio
permette l’azione straordinaria diabolica perché:
* intende purificare ed aumentare i meriti
dell’anima eletta;
* la terribile prova è efficace per ispirare
orrore verso il demonio e timore di Dio, umiltà e spirito di adorazione;
* consente al prossimo di vedere, da un
lato, l’odio la rabbia e la furia del demonio, dall’altro, l’amore di Dio che soccorre nel bisogno le sue creature;
* esalta il potere di Gesù Cristo e della
Chiesa; infatti il nome di Gesù invocato dal sacerdote esorcista fa tremare i demoni e li costringe ad abbandonare i corpi.
Si è
già visto che Gesù, dopo aver praticato numerosi esorcismi, affida il
compito di scacciare i demòni ai discepoli e quindi alla Chiesa
costituita; per tale motivo l’esorcismo, preghiera pubblica e
solenne contro il potere del diavolo, è stato sempre presente nel
rituale della Chiesa Cattolica, così come la figura dell’esorcista, un
sacerdote in possesso di particolari doti morali e spirituali,
delegato dal suo Vescovo a liberare le persone dal demonio.
L’esorcismo è un
sacramentale, cioè un segno della fede della Chiesa, un atto di culto divino inteso alla santificazione.
Il nuovo Codice di
Diritto Canonico promulgato da Giovanni Paolo II il 25 gennaio 1983, in
sostituzione del Codice Pio-Benedettino del 1917, al canone 1172, a
proposito dell’esorcismo, recita: “1. Nessuno può
proferire legittimamente esorcismi sugli ossessi, se non ha ottenuto
dall’ordinario del luogo peculiare ed espressa licenza. 2. L’ordinario
del luogo conceda tale licenza solo al sacerdote che sia
ornato di pietà, di scienza, di prudenza e di integrità di vita” ed il Catechismo della Chiesa Cattolica al n.1673 ribadisce : “ Quando
la Chiesa domanda pubblicamente e con autorità, in
nome di Gesù Cristo, che una persona o un oggetto sia protetto contro
l’influenza del maligno e sottratto al suo dominio, si parla di
esorcismo (……..) in una forma semplice, l’esorcismo è praticato
durante la celebrazione del battesimo. L’esorcismo solenne, chiamato
grande esorcismo, può essere praticato solo da un presbitero e con il
permesso del Vescovo.”
In data 26 gennaio 1999 il Cardinale Prefetto Medina presenta nella
sala stampa del Vaticano il nuovo Rito degli
Esorcismi, che sostituisce il Rituale Romano, precisando che per la sua
stesura sono occorsi dieci anni, a partire dalla conclusione del
Concilio Vaticano II, tra studi, revisioni, aggiornamenti e
modifiche. Il Cardinale sottolinea anche la posizione ufficiale della
Chiesa : “ esistono Satana e gli altri spiriti maligni e la loro attività consiste nell’allontanare gli uomini dal cammino
della salvezza”
Oltre alle
preghiere solenni ed ufficiali, il cui uso è riservato ai ministri della
Chiesa,il rituale suggerisce alcuni rimedi che concorrono a
neutralizzare l’ azione del demonio sull’anima e che possono
essere utilizzati da ogni cristiano: la confessione sacramentale, la
Santa Comunione, l’orazione ed il digiuno, i sacramentali, la Santa
Croce, le reliquie dei santi ed i santi nomi di Gesù e
Maria.
Nella
società contemporanea l’ansia del nuovo, l’attenuarsi delle profonde
convinzioni religiose, la mancata accettazione di
una scala di valori morali condivisi e la conseguente ricerca di
esperienze emotive libere e diversificate, espongono l’uomo agli
attacchi devastanti del demonio, che ha lo scopo precipuo di
allontanarlo da Dio e di indurlo al peccato.
Non meraviglia, dunque, che sia oggi enormemente aumentata la richiesta di intervento liberatorio indirizzata agli
esorcisti.
La
posizione della Chiesa Cattolica sul riconoscimento dell’esistenza
dell’azione demoniaca sull’uomo e
sull’attività degli esorcisti non è, oggi, monolitica come nei primi
secoli del cristianesimo quando l’esorcismo fu largamente praticato,
tanto che nel terzo secolo fu istituito, a testimonianza del
fatto che l’azione di Satana sui credenti in Cristo era totalmente
accettata, l’ordine dell’Esorcistato, abolito poi dal Concilio Vaticano
II.
La Chiesa ufficiale è consapevole del potere del principe delle tenebre
sul mondo e, nell’azione di tutti i Pontefici,
a partire dal Concilio Vaticano II, si rileva grande attenzione e
determinazione nell’affrontare un nemico agguerrito.
Papa
Giovanni XXIII avvia, nel 1962, il Concilio Ecumenico Vaticano II,
pietra miliare nel
rinnovamento spirituale della Chiesa cattolica. Alla sua morte, avvenuta
il 3 giugno 1963, il suo successore Paolo VI, nel discorso
d’insediamento esprime, tra il grande sconcerto di alcuni vescovi
conservatori, la sua ferma decisione di continuare il Concilio, che si
concluderà poi il 7
dicembre 1965. Ferma è stata la denuncia di Paolo VI della presenza del Demonio nel mondo e il suo potere nel tentare l’uomo ( “ attraverso qualche fessura il fumo di satana è entrato nella Chiesa”discorso del 29 giugno 1972 e discorso del 23.11.1972 “Liberaci dal male” ).
dicembre 1965. Ferma è stata la denuncia di Paolo VI della presenza del Demonio nel mondo e il suo potere nel tentare l’uomo ( “ attraverso qualche fessura il fumo di satana è entrato nella Chiesa”discorso del 29 giugno 1972 e discorso del 23.11.1972 “Liberaci dal male” ).
Ancor più drastica la convinzione di Giovanni Paolo II sull’esistenza del maligno nel
mondo, espressa nel discorso “La vittoria di Cristo sopra lo spirito del male “ del 24.8.1986;
Infine Papa Benedetto XVI, nel settembre 2005, parlando al Congresso dell’Associazione Italiana degli
esorcisti, li invita a “ proseguire nel loro importante ministero a servizio della Chiesa, sostenuti dalla vigile attenzione dei loro Vescovi e dalla
incessante preghiera della comunità cristiana”.
In definitiva mentre si può concludere con Papa Wojtyla che “ chi non crede nel demonio non crede nel
vangelo” , si può anche affermare che le tentazioni demoniache, pur
nella loro forma estrema, lungi dal costituire una “deminutio” per chi
ne è colpito, possono rappresentare, nell’insondabile
disegno divino, un’occasione di crescita e di acquisizione di più
completa grazia agli occhi di Dio.
Raggiunta questa consapevolezza il Comitato si sofferma, poi, sulla
possessione diabolica
che ha interessato per cinque anni la vita della quindicenne Mariantonia
Samà, così come ricordato anche nel depliant commemorativo diffuso il
12 agosto 2012 durante un incontro con i
migranti avvenuto nel chiostro delle Convento delle Suore Riparatrici di
S.Andrea.
L’episodio è riportato, peraltro, in tutte le biografie delle Monachella di S.Bruno e nei documenti ufficiali esistenti.
Il
volume di Orazio Vitale “S.Andrea sul Jonio attraverso i secoli” , pubblicato nel 1954 ad un anno dalla morte della Monachella di San Bruno, nella sezione esempi da imitare:
Mariantonia Samà – ammalata di San Bruno, recita testualmente:
“ ……….. All’età di 12 anni fu invasa da uno spirito
maligno, dopo aver bevuto in un ricettacolo di acquesulla via che porta a Salubro. Da allora
il
suo spirito ed il suo corpo non trovarono pace. Profferiva parole mai udite
dalle sue labbra e teneva discorsi troppo elevati per la sua cultura.
suo spirito ed il suo corpo non trovarono pace. Profferiva parole mai udite
dalle sue labbra e teneva discorsi troppo elevati per la sua cultura.
E’
chiaro che uno spirito maligno era penetrato in lei. Gli esorcismi si
moltiplicavano
senza nessuna benefica conclusione. La Baronessa Scoppa volle che
Mariantonia ricevesse gli esorcismi dai Certosini di San Bruno. Da
quattro buoi, aggiogati ad un carro, fu portata a Serra.
Nella Chiesetta di San Bruno si ripeterono gli esorcismi e le preghiere.
Mariantonia, dopo lunghe e penose sofferenza, fu liberata dalla forza malefica e corse ad abbracciare la statua del Santo.
……….”
Don Tito Voci nella sua “INDAGINE STORICA su S. ANDREA JONIO
stampata nel 1978, nel paragrafo Mariantonia Samà – l’ammalata di San Bruno, riporta l’episodio in modo analogo
stampata nel 1978, nel paragrafo Mariantonia Samà – l’ammalata di San Bruno, riporta l’episodio in modo analogo
“ ………… Durante
la fanciullezza, nessuna particolarità la distingueva dalle altre.
Adolescente di circa dodicianni, mentre
tornava dal fondo Salubro, si chinò a bere dell'acqua di un gorello
presso Briga. Da quel momento diventò una energumena: fu uno strazio per
lei, una seria preoccupazione per la madre, un motivo di
stupore per tutto il paese.
Si verificarono in lei molte stranezze: bestemmie, distruzione di immagini
sacre, parole oscene, denudazioni. Si voltolava a terra, al suono della
campane, facendo capitomboli. Per evitare scandali e sottrarla alla vista dei
curiosi, la costringevano a stare in casa e a usare indumenti di sicurezza. Le
benedizioni, ripetute a S. Andrea e dai frati minori a Badolato, non hanno
avuto l'effetto desiderato. I fenomeni, prodotti, come sembra, dall'azione
diabolica, duravano da circa due anni, quando la baronessa Scoppa propose di portarla a Serra S. Bruno per un esorcisma.
Si verificarono in lei molte stranezze: bestemmie, distruzione di immagini
sacre, parole oscene, denudazioni. Si voltolava a terra, al suono della
campane, facendo capitomboli. Per evitare scandali e sottrarla alla vista dei
curiosi, la costringevano a stare in casa e a usare indumenti di sicurezza. Le
benedizioni, ripetute a S. Andrea e dai frati minori a Badolato, non hanno
avuto l'effetto desiderato. I fenomeni, prodotti, come sembra, dall'azione
diabolica, duravano da circa due anni, quando la baronessa Scoppa propose di portarla a Serra S. Bruno per un esorcisma.
Il viaggio, effettuato con un carro da buoi, non
fu facile. Gli uomini che l'accompagnavano hanno dichiarato che talora
aveva il peso di quintali, talaltra diventava leggerissima. Schiamazzava
e s'impuntava quando passavano davanti alle iconi di
campagna. A Serra fu portata per bagnarsi nel laghetto di S. Bruno, dove
il santo asceta, quando era in vita, superava le tentazioni tuffandosi
nelle acque gelide. Qui probabilmente si recò anche il
religioso incaricato di fare l'esorcisma. Si dice infatti che egli
comandò al demonio di uscire. Lo spirito, a quell'intimazione, domandò
per bocca di lei: - « Da dove devo uscire?.. dagli occhi,
dalla bocca? ... ». Il religioso rispose: - « Esci da dove non fai
male». Lo spirito soggiunse: - « La lascio, ma la lascio storpia ... ».
Queste parole hanno valore di predizione per quello
che sarebbe avvenuto pochi anni dopo. ……”
La
biografia di Don Gerardo Mongiardo ( Mariantonia Samà “la monachella di San Bruno” ) pubblicata nel maggio 2003, in occasione del cinquantenario della morte della
Monachella di San Bruno, a proposito della possessione diabolica riporta :
“L'INVASIONE DIABOLICA"
Increscioso spettacolo.
Mariamtonia energumena:
... La novità si sparse in un baleno. Dolore nella madre Marianna, sconcerto in
tutto il paese. Si ripetevano tutte le stranezze degl'indemoniati del Vangelo.
La mite giovinetta divenne bestemmiatrice e iconoclasta"; da pura e cristallina divenne scurrìle nel linguaggio; da raccolta e pudica esplose in esibizioni di nudismo. AI suono delle campane, che dalla Matrice dominavano il suo cubicolo, il demonio che ne aveva preso possesso, quasi sotto il maglio del sacro, si perdeva in acrobazie straordinarie e in capitomboli che sembravano mortali.
... La novità si sparse in un baleno. Dolore nella madre Marianna, sconcerto in
tutto il paese. Si ripetevano tutte le stranezze degl'indemoniati del Vangelo.
La mite giovinetta divenne bestemmiatrice e iconoclasta"; da pura e cristallina divenne scurrìle nel linguaggio; da raccolta e pudica esplose in esibizioni di nudismo. AI suono delle campane, che dalla Matrice dominavano il suo cubicolo, il demonio che ne aveva preso possesso, quasi sotto il maglio del sacro, si perdeva in acrobazie straordinarie e in capitomboli che sembravano mortali.
Inutili espedienti.
Per evitare sì increscioso spettacolo, si ricorse a diverse
misure: isolarla in casa, costringerla a vesti di garanzia. Tutto fu inutile.
Si fece ricorso a mezzi schiettamente spirituali e
a fervorose benedizioni: i Sacerdoti di S.Andrea, i Minori di Badolato,
tutti dovettero arrendersi. Il tempo passava e il trascorso biennio era
servito a scavare nell'ambiente familiare e civico un
solco profondo di smarrimento e di desolazione.
L'intervento della
baronessa Enrichetta Scoppa.
………………………
………………………
La Baronessa, che, nell'ambiente dei tempi - in
cui il rango era tutto - poteva contare su tante qualificate amicizie,
credente e fiduciosa in una soluzione spirituale, pensò a un esorcismo
presso i venerati Padri Certosini di Serra S.
Bruno.
L'indemoniata in lettiga verso il laghetto della speranza
Fenomeni strani si verificavano durante il
viaggio: Satana faceva il giocoliere e - a dichiarazione degli
accompagnatori, a noi pervenuta per orale tradizione - la giovinetta a
volte acquistava il peso di quintali, a volte si rendeva leggera
come una piuma.
Si perdeva in schiamazzi indescrivibili e
s'impuntava a non voler proseguire quando ci si appressava alle Icone,
specie Mariane, sparse nei pianori di Chiaravalle e nei declivi
preserresi, animati da macchie boschive che diffondevano il
verde della speranza.”
Anche il libro di Dora Samà del 2006 “ Una Vita nascosta in Cristo – La Monachella di San Bruno-“ fa riferimento all’episodio
della possessione.
“NASCITA E POSSESSIONE DIABOLICA
Durante uno di quei viaggi, all' età
di circa dodici anni, Mariantonia, per dissetarsi, bevve dell'acqua che,
scorrendo tra le rocce, prima di raggiungere il fiume, riempiva piccole
conche nel terreno, dette "gurne" in gergo dialettale.
Non era la sola ad abbassarsi davanti alla "gurna" per bere, ma mentre
per gli altri quell'acqua non aveva avuto effetti particolari, per lei
fu fatale al punto da farla diventare, come i testimoni
dell'epoca raccontavano, un'altra persona.
Infatti, in quell'acqua si nascondeva, come la gente disse, lo
spirito del "maligno" che, da quel momento, s'impossessò del suo corpo
togliendole la pace. La madre si ritrovò accanto non più la ragazza di
prima, buona, dolce e remissiva, ma una ribelle, dal
volto strano e dallo sguardo arcigno e feroce.
La voce le era diventata cupa e alterata ed i suoi
gesti inconsulti erano accompagnati da un linguaggio provocatorio, a lei fino allora sconosciuto.
Dinanzi a quell'insolito e deprecabile spettacolo,
la povera mamma, angosciata e incapace di gestire una situazione così
orribile, si rivolse all'aiuto del passanti per accompagnare la figlia a
casa.
Il suo comportamento continuò ad essere strano e,
man mano che si diffondeva la notizia, la gente accorreva numerosa nella
'piccola abitazione in via Cassiodoro (ridènominata, oggi, via
Mariantonia Samà) per rendersi conto
dell'accaduto.
In molti la sentirono gridare e, pronunciare
terribili bestemmie, mentre saltava come un'acrobata per poi ricadere esausta a terra, come mi è stato confermato ………omissis…….
I sacerdoti ricorsero all'acqua santa per
allontanare Satana, ma senza alcun risultato ed ugualmente inefficace si
rivelò la benedizione dei frati del convento del vicino Comune di
Badolato.
IN VIAGGIO VERSO SERRA SAN
BRUNO
Per liberare Mariantonia da
quell'atroce sofferenza, i sacerdoti suggerirono, quindi, l'esorcismo,
praticato soltanto presso la Certosa di Serra San Bruno, all'epoca in
provincia di Catanzaro ed ora facente parte della nuova
provincia di Vibo Valentia.”
Anche gli atti
ufficiali citano l’episodio della possessione diabolica.
Il certificato di
morte n° 26 del 1953 firmato dall’Arciprete Samà recita:
“….Morta
in concetto di santità, non appena spirata, l’oscuro tugurio in via
Cassiodoro che l’aveva vista nascere, crescere ed invasa dal demonio a
15 anni circa, è
diventato luogo sacro di un affollarsi soffocante di popolo che facea
forte pressa di penetrarvi per vedere le spoglie angeliche della santina
di San Bruno, perchè, invasa dal demonio, a cura della
Baronessa Enrichetta Scoppa e del barone Di Jorio, nipote, era stata
condotta e nel luogo omonimo liberata dal demone…..”
Infine i documenti
storici rinvenuti negli archivi di Serra San Bruno testualmente
riportano :
riportano :
“ Verso
l’anno 1894, mese di giugno, essendo Rettore il Padre Pio Alessandro,
fu portata alla Certosa una giovinetta Maria Antonia Samà, fu
Bruno e di Marianna Vivino, nata in S.Andrea Jonio, dirimpetto e vicino
al mare quasi di mezz’ora sulla ferrovia, provincia di Catanzaro,
diocesi di Squillace ( Calabria) di popolazione all’incirca
di 5000 abitanti, forse un po’ meno, tutti contadini non molto agiati.
Maria Antonia aveva allora circa 15 anni di età ed era
ammalata da 5 anni: Costì fu benedetta ed esorcistata. Ella racconta che
il P. Priore cogli altri Padri e con molta gente di Serra che faceva
preghiera innanzi a S. Bruno la cui statua fu condotta
presso la porteria perché l’inferma giaceva nella cassa innanzi alla
porteria.
Dopo alcune preghiere, l’inferma da sé si alzò dalla cassa e
colle braccia spalancate si abbracciò alla statua e si sentì meglio….”
Attraverso le già citate biografie è possibile ricostruire uno
spaccato del tessuto sociale di S.Andrea, nel periodo qui di rilievo, da
cui si apprende che
ad una popolazione prevalentemente contadina si affiancava un ceto
nobiliare e religioso di altissima cultura e preparazione teologica.
Un passo della
biografia di Don Gerardo, proprio a proposito della possessione
diabolica, commenta:
diabolica, commenta:
“ C'era
a quei
tempi, in favolosi palazzi di opulenza, in agro di S. Andrea, la
baronessa Enrichetta Scoppa: grande benefattrice di S. Andrea, perché, a
servizio di quella civica comunità, farà sorgere - a favore
delle madri lavoratrici - un Orfanotrofio ed Asilo Infantile, dal quale
passeranno intere generazioni; e la Casa dei Padri Liguorini, un tempo
centro di
spiritualità e base missionaria a servizio di tutta la Calabria” .
spiritualità e base missionaria a servizio di tutta la Calabria” .
Don Tito Voci, nel sottolineare la cultura della
Baronessa Scoppa, evidenzia
che Ella si consacrò giovinetta all’amore di Dio e diffuse la fede in tutti i modi possibili: sostenne gli oneri per la ricostruzione e l’ampliamento della Chiesa Matrice, fece costruire la Chiesa ed il Convento dei Padri Redentoristi, invitò oratori celebri a S.Andrea, ospitò le Suore Riparatrici nel suo palazzo, visitò santuari, effettuò generose elargizioni a tutti gli Istituti Religiosi, dotò molte giovani donne del paese e sostenne finanziariamente gli studi di molti giovani seminaristi. San Giovanni Bosco e San Pio X rivolsero a S.Andrea il pensiero benedicente grazie alla munificenza di Enrichetta Scoppa.
che Ella si consacrò giovinetta all’amore di Dio e diffuse la fede in tutti i modi possibili: sostenne gli oneri per la ricostruzione e l’ampliamento della Chiesa Matrice, fece costruire la Chiesa ed il Convento dei Padri Redentoristi, invitò oratori celebri a S.Andrea, ospitò le Suore Riparatrici nel suo palazzo, visitò santuari, effettuò generose elargizioni a tutti gli Istituti Religiosi, dotò molte giovani donne del paese e sostenne finanziariamente gli studi di molti giovani seminaristi. San Giovanni Bosco e San Pio X rivolsero a S.Andrea il pensiero benedicente grazie alla munificenza di Enrichetta Scoppa.
Orazio Vitale fa menzione anche delle diverse figure andreolesi di spicco:
Sacerdoti (Arcipreti e Padri Redentoristi ), medici e farmacisti ed “esempi da imitare” che hanno vissuto nel paese.
Sacerdoti (Arcipreti e Padri Redentoristi ), medici e farmacisti ed “esempi da imitare” che hanno vissuto nel paese.
Ciò a conferma del fatto che S.Andrea è stato nel tempo un paese vivo ed anche ricco di figure rappresentative nel
campo della religione e della cultura.
Gli eventi che dal 1889 al 1894 sconvolgono la vita di Mariantonia Samà sono univocamente descritti in tutte le
biografie: in alcuni momenti ( stato di crisi ) ella si
trasforma in un’energumena, si esibisce in acrobazie e capitomboli,
pronuncia parole troppo elevate per la sua cultura e mai udite
prima, dimostra una forza sovrumana e pronuncia terribili bestemmie al
suono delle campane.
La fenomenologia descritta è, dunque,
perfettamente corrispondente alle caratteristiche della possessione diabolica.
Con
somma prudenza, secondo le indicazioni da sempre fornite dalla Chiesa,
vengono recitate preghiere dai Sacerdoti , dai Padri Redentoristi, poi
dai Frati del vicino Convento di
Badolato.
Constatato
che, a distanza di circa cinque anni, le preghiere non hanno sortito
alcun effetto, la Baronessa Scoppa, donna fortemente erudita in ambito
teologico, ritiene indispensabile far
accompagnare Mariantonia presso la Certosa di Serra San Bruno; qui
l’esorcista utilizzando le specifiche preghiere solenni ed ufficiali,
libera la fanciulla dalla possessione
diabolica.
Il successivo
percorso di vita conferma che la possessione diabolica di cui la
Monachella di San Bruno è rimasta vittima è stata permessa dal Signore
per ammantare di ulteriore bellezza la sua anima, per
accrescere il suo amore per Cristo Crocifisso e perché potesse
divenire, con la sua vita di edificante sofferenza, fulgido esempio per
il popolo andreolese e per
l’umanità tutta.
Articolo di Don Alberto Vitale - vice
postulatore
A PROPOSITO DELLA “POSSESSIONE DIABOLICA
“
ED ESORCISMO DI MARIANTONIA
SAMA’
Nella tradizione popolare orale della gente di Sant’Andrea, si è sempre
parlato di “possessione
diabolica” subita da Mariantonia quand’era ancora adolescente (12-13
anni); dalla quale era stata liberata con l’esorcismo effettuato dai
Padri Certosini presso la Certosa di Serra San
Bruno.
Alla tradizione popolare, si aggiungono le numerose testimonianze
scritte nelle diverse fonti storiche, tra le quali, le principali sono:
- ORAZIO VITALE in “S.ANDREA SUL JONIO ATTRAVERSO I SECOLI”-Cava 1954
Il quale a pag. 201, afferma che “a dodici
anni [Mariantonia] fu invasa da uno spirito maligno , dopo aver bevuto in un ricettacolo di acqua sulla via che mena a Saluro”.
- DON TITO VOCI in “INDAGINE STORICA SU SANT’ANDREA JONIO”- Catanzaro 1978
Afferma “….fenomeni prodotti, come sembra,
dall’azione diabolica, duravano da circa due anni”.
- DON GERARDO MONGIARDO in “MARIANTONIA SAMA’ –LA MONACHELLA DI SAN BRUNO”- Davoli 2003,
a pag. 27, cap. 2, parla per esteso dell’invasione
diabolica e dell’esorcismo fatto a Serra San Bruno.
- DORA SAMA’ in “UNA VITA NASCOSTA IN CRISTO” - Davoli 2006
A pag. 16, afferma: “…lo spirito del maligno si impossessò del suo
corpo, togliendole la pace”.
- BRUNO VOCI in “SANT’ANDREA JONIO-TRATTEGGI….” – Roma 2008
A pag. 157 afferma: “Mariantonia
morta in
concetto di santità il 27 maggio 1953, detta la malata di San Bruno,
perché esorcizzata a Serra San Bruno da uno dei Frati della Certosa”.
- TESTIMONIANZA DELL’ARCIPRETE DON ANDREA SAMA’ : Annotazione a margine del libro dei DEFUNTI – PARROCCHIA SANTI PIETRO E PAOLO in SANT’ANDREA JONIO
Al N. 26 dell’anno 1953, afferma:
“[Mariantonia] invasa dal demonio a 15 anni circa …”
- il documento storico più importante al riguardo è il MANOSCRITTO DELL’ARCHIVIO DELLA CERTOSA DI SERRA- FASCICOLO XXVI , dal titolo “GUARIGIONE DELLA GIOVANETTA DI SANT’ANDREA”
in
esso vi è il racconto minuzioso e dettagliato
dell’esorcismo fatto a Mariantonia in seguito al quale si sentì guarita,
perché liberata, dopo lunghe preghiere fatte dal P. Priore, fuori dalla
Certosa dinanzi al busto in argento di San Bruno,
posto per l’occasione fuori dal portone d’ingresso della stessa Certosa.
Dice infatti il manoscritto, che “Mariantonia si alzò dalla cassa in cui era stata trasportata e con le mani alzate,
abbracciò il busto di San Bruno, gridando: San Bruno mi ha guarita”. E così se ne tornò felice a casa sua.
La
malattia (“paralisi
spastica” secondo il Dott. Stillo ) che ha immobilizzato Mariantonia a
letto per 60 anni, in posizione
supina con le ginocchia contratte, è intervenuta dopo alcuni anni
dall’esorcismo effettuato a Serra e non ha niente a che vedere con la
possessione diabolica.
E’
di
questa malattia che parlano le due “Relazioni” dei due medici: Dottor
Armogida e Dottor Stillo, cercando di capire, dopo 50 anni, il tipo di
malattia che
ha immobilizzato Mariantonia, senza che mai nessun medico
l’abbia potuto visitare, per poter fare una diagnosi possibile.
Tale malattia è sopravvenuta due anni dopo l’esorcismo
effettuato a Serra S. Bruno e quindi ripeto, non c’entra niente con la possessione diabolica e con l’esorcismo.
E’ molto improbabile inoltre che i “fenomeni
strani” di Mariantonia adolescente possano essere attribuiti, -come qualcuno ha scritto- ad una malattia psichica come la “Còrea
infantile o ad un altro disturbo neurologico”.
Secondo Padre Amorth,
il massimo esperto
di questi fenomeni, la sintomatologia delle persone possedute dal
demonio, si caratterizza con una avversione violenta nei confronti di
persone, luoghi, oggetti e azioni che hanno a che vedere con la
religione. Anche se l’azione del demonio ha diverse forme e gradi di
intervento nella vita dell’uomo: dalle tentazioni alle vessazioni e alla
possessione.
L’adolescente Mariantonia non si limitava a fare
capitomboli per le strade – come è stato scritto- “mostrando la natura”,
come si diceva pudicamente per indicare gli organi sessuali, poiché non
si
usavano le mutande, ma, reagiva violentemente quando sentiva le campane
della vicina chiesa matrice e proferiva brutte bestemmie e imprecazioni,
come ha attestato la sua stessa
mamma.
Per
cui è da ritenersi che Mariantonia da ragazza sia
stata invasa dal demonio nel corpo e conseguentemente liberata
dall’esorcismo fatto a Serra San Bruno dai Padri Certosini, e non si è
trattato quindi di una semplice malattia psichica o di un
disturbo neurologico.
La possessione diabolica di cui Mariantonia è stata vittima non è segno
di un castigo di Dio nei
suoi confronti, ma è stata permessa dal Signore come ulteriore prova per
rendere più pura e più santa la sua anima, “per accrescere il suo amore
per Cristo Crocifisso – come è stato scritto nella
riflessione “La possessione diabolica” – e perché Mariantonia potesse
divenire con la sua vita di edificante sofferenza, fulgido esempio per
il popolo andreolese e per l’umanità
intera.”
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